Il ‘59 è l’anno in cui Tobia Scarpa ha disegnato per la prima volta questi bicchieri. Le proporzioni erano ridotte, adatte a quegli anni. Per Atanor, la loro forma è stata aggiornata, mantenendo comunque due caratteristiche principali: l’essere adatti al piacere del brindisi e la necessità di ingombrare poco. I bicchieri 59, infatti, possono essere impilati a coppia.
La sezione del bicchiere è stata studiata per poter degustare il vino al meglio. La base, più chiusa, concentra il liquido e riprende la forma classica del bicchiere da assaggio, mentre l’apertura, più ampia, consente all’aria di entrare in quantità maggiore, favorendo l’areazione e permettendo al vino di sprigionare i suoi aromi. I bicchieri 59 sono realizzati artigianalmente lavorando il vetro borosilicato a lume, un vetro nobile che presenta ottime caratteristiche di trasparenza e robustezza, grazie alla sua alta temperatura di fusione.
Sulla superficie di ogni bicchiere sono presenti piccole imperfezioni di struttura o di forma che costituiscono la specifica caratteristica del prodotto e ne testimoniano la qualità manifatturiera.
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Il tema che sta alla base di Hoplow&Family è “riuscirà la felicità a trovarci?”, ispirato a un lavoro degli artisti Peter Fischli e David Weiss. Il piccolo HopLow, disegnato da Quarch Atelier, è un accesso verso un mondo che vuole varcare i confini del “solito” per portare chiunque lo possegga in un luogo magico.
“Disegnare una piccola lampada da comodino, un piccolo “oggetto privato”, ci ha permesso di lavorare sull’intimo bisogno dell’uomo di ombra; sulla trasformazione che l’ombra e il suo inscindibile complementare la luce sanno operare su un luogo, trasportandolo in un’altra dimensione: la dimensione del sogno. Pensiamo agli oggetti come a stati d’animo, custodi di un piccolo racconto udibile solo da chi sa perdersi oltre i confini della razionalità. La vera storia di HopLow (il funghetto disneyano che rincorre le note di Tchaikovsky) è quella di un personaggio costantemente fuori passo rispetto agli altri, il quale, pur non riuscendo mai a entrare nella coralità, passa sopra al fatto che tutto ciò che fa è sbagliato: va fuori passo come se fosse l’unico al passo! La distonia cessa di essere errore per diventare l’indispensabile accento alla coralità.” (Simone Fumagalli e Marina Del Monaco)
La forma dell’oggetto prende vita da un disegno tecnico nel quale ogni linea, studiata e giustificata, si trasforma nella naturalità di un gesto durante la fase di produzione. La qualità artigianale viene valorizzata attraverso la tecnica del vetro lavorato a lume che rende ogni pezzo diverso dall’altro e, quindi, unico. Hoplow&Family è una lampada funghetto composta da una base e da un paralume in vetro borosilicato, uniti da un sistema semplice che permette di interagire con l’oggetto e di personalizzarlo, giocando con diverse soluzioni cromatiche e dimensionali.
L’idea della lampada Libra risiede nel ricordo del designer di quando, curiosando tra gli scaffali di una vecchia libreria di famiglia appartenuta ad uno zio appassionato di letteratura, aveva scoperto dei libri di inizio Novecento con una grafica particolare legata a quegli anni. Plazzogna ha quindi pensato che sarebbe stato bello mettere in evidenza quei libri trasformandoli in attori e trattandoli quasi con l’attenzione che si dedica ad una scultura, facendoli rivivere, non a caso, di luce propria.
La struttura della lampada è costituita da un supporto semplice, seminascosto, mimetizzato. Un supporto che considera il libro, con il carico di sentimenti e fantasia che si porta appresso, come protagonista. La lampada non come oggetto di design autocelebrativo, ma uno strumento per creare una fonte di luce.
Leggere un libro fa fluttuare la fantasia, mettendoci al pari con lo scrittore in una simbiosi emotiva e di immaginazione. Questa sensazione ha condotto il designer a pensare ad un oggetto sospeso, che levitasse nell’aria, quasi che le pagine del libro diventassero ali. Da qui l’obiettivo di tradurre un oggetto/libro sospeso nello spazio che producesse un’aureola luminosa con giochi di luci ed ombre sulla parete.
Un gioco semplice di tagli e pieghe eseguite su di una lamiera costituiscono l’ossatura della lampada. Una struttura piccola e bassa che rimane in secondo piano e che non da fastidio sul comodino a fianco al letto.
La forchetta di supporto, regolabile sfacendola scorrere lungo il cilindro, permette di accogliere un libro, ma anche altri oggetti legati al proprio quotidiano: uno spartito musicale, un groviglio di rami, un gioco di textures o di fogli di carta diversi.
Il diffusore in vetro curvo satinato tiene lontano le pagine del libro dalla fonte di calore
L’idea della Lampada Libra risiede nel ricordo del designer di quando, curiosando tra gli scaffali di una vecchia libreria di famiglia, appartenuta ad uno zio appassionato di letteratura, aveva scoperto dei libri di inizio Novecento con una grafica particolare legata a quegli anni. Plazzogna ha quindi pensato che sarebbe stato bello mettere in evidenza quei libri, farli diventare attori, trattandoli quasi con l’attenzione che si dedica ad una scultura, facendoli rivivere, non a caso, di luce propria.
La struttura della lampada è costituita da un supporto semplice, seminascosto, mimetizzato. Un supporto che considera il libro, con il carico di sentimenti e fantasia che si porta appresso, come protagonista. La lampada non come oggetto di design autocelebrativo, ma uno strumento per creare una fonte di luce.
Leggere un libro fa fluttuare la fantasia, mettendoci al pari con lo scrittore in una simbiosi emotiva e di immaginazione. Questa sensazione ha condotto il designer a pensare ad un oggetto sospeso, che levitasse nell’aria, quasi che le pagine del libro diventassero ali. Da qui l’obiettivo di tradurre un oggetto/libro sospeso nello spazio che producesse un’aureola luminosa con giochi di luci ed ombre sulla parete.
La versione a muro, concettualmente identica a quella da tavolo, presenta delle piccole differenze a livello tecnico: ha una staffa per il fissaggio a parete e un piccolo vano dove viene sistemato il cablaggio elettrico nel caso l’alimentazione provenga dal muro.
Nel caso si utilizzi il cavo di alimentazione esterno, questo correrà lungo il contrappeso, riprendendo l’idea di un palloncino che fluttua nell’aria. Il tensore è costituito da un cavo in acciaio ed un cilindro in ferro verniciato.