“Disegnato il tavolo, dovevamo pensare anche ad una seduta, quindi, dallo stesso piano di multistrato usato per il tavolo Andrea sono state ricavate, con minimo spreco di materiale, due sedie abbinate.” (Giuseppe Pilla)
La sedia Alessia è il negativo del tavolo, la sua forma è determinata dal taglio del pannello in multistrato da cui si ricava il piano di appoggio. La curva che caratterizza lo schienale combacia con il profilo delle prolunghe del tavolo Andrea.
Anche per la sedia Alessia è stato utilizzato Tanaro, il multistrato di mogano di Atanor realizzato con incollaggio privo di formaldeide, mentre per la seduta è stato pensato un cuscino in gommapiuma rivestito in ecopelle.
“Le pluralità di soluzioni e accostamenti personalizzabili vogliono richiamare in chiave attuale quel esito romantico di accoglienza esclusiva che la tavola e la sedia hanno sempre saputo esprimere.” (Giuseppe Pilla)
Giuseppe Pilla progetta Andrea partendo da una necessità pratica di realizzare un tavolo da pranzo per la nuova casa del figlio, da qui il nome. Gli spazi non consentono di avere un piano particolarmente ampio, così ha optato per un “fratino”. Tavolo lungo e stretto, mensa, scrivania, adatto per arredare quel nuovo vano, unico e necessariamente contenuto, “pranzosoggiorno”, oggi così diffuso.
“Prevale, infatti, rispetto al tavolo tondo e alle soluzioni a parete, la sua capacità di tener testa al divano che è, in analogia, la più ambigua tra le sedute.” (Giuseppe Pilla)
Andrea è un tavolo che, allargato, diventa ovale, per essere elegante da chiuso e offrire migliore accoglienza da aperto. La possibilità di essere ampliabile è volutamente espressa lasciando a vista i due pannelli laterali. In questo caso, gli elementi che solitamente vengono nascosti all’interno della struttura partecipano attivamente alla forma e all’estetica del tavolo stesso. Per il piano è stato utilizzato Tanaro, il multistrato realizzato in esclusiva per Atanor in essenza di mogano e privo di formaldeide.
“Quando progetto, arriva sempre qualche incidente che mi fa riprogettare. Poi arriva il cliente che ti fa modificare. Come nel caso di questo tavolo, che era finito seguendo il principio della sedia Oscarina, ma doveva avere le gambe smontabili.” (Tobia Scarpa)
Il risultato?
“È venuto fuori un tavolo più divertente di prima, perché ha più argomenti nella sua ricchezza formale che producono un aspetto di dialogo con chi lo vive.” (Tobia Scarpa)
Il tavolo Muto. Il piano è un foglio di multistrato di frassino Ornata realizzato in esclusiva per Atanor e certificato con incollaggio privo di formaldeide. Le gambe e i traversi riprendono quelli della sedia Oscarina, giuntati attraverso un particolare incastro a pettine che ne esalta contemporaneamente robustezza e semplicità. Per nascondere i fissaggi meccanici, infine, l’architetto Scarpa ha pensato a degli inserti in madre perla lavorati uno ad uno e predisposti a filo del piano e del fianco del tavolo.
Realizzare la sedia Oscarina è stata una sfida continua. Tutto ha inizio il 2 gennaio 2004 con l’azienda chiusa per le festività natalizie.
“Sei al lavoro oggi? Ci vediamo da te nel pomeriggio”. Contemporaneamente domanda e risposta. Tobia Scarpa.
Sfida vinta, dopo campionature, prove, modifiche, aggiornamenti e verifiche al Catas, con un’altra telefonata di Tobia alla falegnameria per dire personalmente a Oscar: “Ho visto la sedia finita. Avete fatto un piccolo miracolo”. L’abbiamo chiamata Oscarina per la passione e il gran lavoro di Oscar Merotto, artigiano straordinario della nostra falegnameria.
Legno di frassino, forme morbide, curve leggere, incastri arditi, poca colla, nessuna vernice e marchietto Atanor in argento. Questo è Oscarina. La sedia si racconta completamente solo se osservata attraverso i dettagli e vista sottosopra, dove sono evidenti il pensiero dell’architetto e la manualità dell’artigiano.
Oscarina viene fornita in legno naturale di frassino, con la possibilità di un rivestimento in pelle naturale della seduta e dello schienale.
Il desiderio era quello di creare un oggetto che soddisfacesse due condizioni: quella di essere un tavolo basso da salotto e quella di essere un tavolo da pranzo, con la conseguenza di poter adattare l’altezza al contesto. Leonardo è la risposta ad un modo diverso di vivere lo spazio rispetto al passato, un modo diverso di vivere il rapporto con le persone.
Secondo Forcolini il design, per durare nel tempo, deve essere progettato per le persone e per i loro comportamenti. La chiave di lettura di questo tavolo, infatti, è la ricerca della centralità dell’uomo e dei suoi bisogni senza dimenticare la relazione stretta con il presente.
Le case normali spesso presentano, sovente, una eccessiva quantità di mobili. Eliminare una sopravvivenza come il tavolo da pranzo, retaggio aristocratico-borghese, e disporre di una superficie che portata a giusta quota permette di mangiare rilassati su comodi divani e poltrone, mi sembra più in linea con lo stile di vita contemporaneo. Più spazio e più convivialità eliminano anche il cortocircuito del passaggio tra il pranzo e il “salotto buono”. Inventare funzioni, evitando l’ovvio, è l’aspetto più interessante e sperimentale del nostro lavoro.
(C. Forcolini)
Il piano è in legno multistrato di mogano, realizzato in esclusiva per Atanor, impiallacciato in essenza di mogano. L’impiallacciatura con vena a correre è stata realizzata su disegno mantenendo l’idea originale di avere un cerchio di mogano più scuro al centro e la corona circolare esterna più chiara e suddivisa in dodici spicchi uguali.
“La funzione meccanica viene esplicitata dal sistema di sollevamento del piano di tipo telescopico e nascosto dalle doghe; mentre la forma è data dalla struttura portante che esprime anche la mutazione tra tavolo basso e tavolo alto”. (C. Forcolini)
La colonna centrale è il punto di partenza del progetto: “Siamo partiti dalle stecche che rappresentavano il nostro dogma”, sono in legno massiccio di mogano, sagomate e lavorate in modo da contenere con eleganza il movimento verticale.