Nasce un po’ per gioco, rispondendo ad una iniziativa di una rivista francese che invitava alcuni designers a realizzare un oggetto partendo da soli due fogli di carta. Tobia Scarpa disegnando su questi due fogli individua, nel primo, le verghette verticali ad uncino e, dal secondo, la base ed il profilo, in una misura determinata dall’A4.
L’uncino si aggancia alla base e al profilo superiore attraverso un foro e viene bloccato da un cordino passante in cuoio naturale.
“Il cestino si chiama Girasole e l’ho sempre desiderato.” (Tobia Scarpa)
Versione Grande: cestino di forma rettangolare in legno multistrato di frassino Ornata o mogano Tanaro, realizzati in esclusiva per il progetto Atanor certificato con incollaggio privo di formaldeide. Tutti gli elementi che compongono il cestino sono burattati e finiti superficialmente con olio di lino.
Versione Piccola: piccolo cestino rettangolare in legno multistrato di frassino Ornata o mogano Tanaro, realizzati in esclusiva per il progetto Atanor certificato con incollaggio privo di formaldeide. Tutti gli elementi che compongono il cestino sono burattati e finiti superficialmente con olio di lino.
Il ‘59 è l’anno in cui Tobia Scarpa ha disegnato per la prima volta questi bicchieri. Le proporzioni erano ridotte, adatte a quegli anni. Per Atanor, la loro forma è stata aggiornata, mantenendo comunque due caratteristiche principali: l’essere adatti al piacere del brindisi e la necessità di ingombrare poco. I bicchieri 59, infatti, possono essere impilati a coppia.
La sezione del bicchiere è stata studiata per poter degustare il vino al meglio. La base, più chiusa, concentra il liquido e riprende la forma classica del bicchiere da assaggio, mentre l’apertura, più ampia, consente all’aria di entrare in quantità maggiore, favorendo l’areazione e permettendo al vino di sprigionare i suoi aromi. I bicchieri 59 sono realizzati artigianalmente lavorando il vetro borosilicato a lume, un vetro nobile che presenta ottime caratteristiche di trasparenza e robustezza, grazie alla sua alta temperatura di fusione.
Sulla superficie di ogni bicchiere sono presenti piccole imperfezioni di struttura o di forma che costituiscono la specifica caratteristica del prodotto e ne testimoniano la qualità manifatturiera.
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Il tema che sta alla base di Hoplow&Family è “riuscirà la felicità a trovarci?”, ispirato a un lavoro degli artisti Peter Fischli e David Weiss. Il piccolo HopLow, disegnato da Quarch Atelier, è un accesso verso un mondo che vuole varcare i confini del “solito” per portare chiunque lo possegga in un luogo magico.
“Disegnare una piccola lampada da comodino, un piccolo “oggetto privato”, ci ha permesso di lavorare sull’intimo bisogno dell’uomo di ombra; sulla trasformazione che l’ombra e il suo inscindibile complementare la luce sanno operare su un luogo, trasportandolo in un’altra dimensione: la dimensione del sogno. Pensiamo agli oggetti come a stati d’animo, custodi di un piccolo racconto udibile solo da chi sa perdersi oltre i confini della razionalità. La vera storia di HopLow (il funghetto disneyano che rincorre le note di Tchaikovsky) è quella di un personaggio costantemente fuori passo rispetto agli altri, il quale, pur non riuscendo mai a entrare nella coralità, passa sopra al fatto che tutto ciò che fa è sbagliato: va fuori passo come se fosse l’unico al passo! La distonia cessa di essere errore per diventare l’indispensabile accento alla coralità.” (Simone Fumagalli e Marina Del Monaco)
La forma dell’oggetto prende vita da un disegno tecnico nel quale ogni linea, studiata e giustificata, si trasforma nella naturalità di un gesto durante la fase di produzione. La qualità artigianale viene valorizzata attraverso la tecnica del vetro lavorato a lume che rende ogni pezzo diverso dall’altro e, quindi, unico. Hoplow&Family è una lampada funghetto composta da una base e da un paralume in vetro borosilicato, uniti da un sistema semplice che permette di interagire con l’oggetto e di personalizzarlo, giocando con diverse soluzioni cromatiche e dimensionali.
Nasce un po’ per gioco, rispondendo ad una iniziativa di una rivista francese che invitava alcuni designer a realizzare un oggetto partendo da soli due fogli di carta. Tobia Scarpa disegnando su questi due fogli individua, nel primo, le verghette verticali ad uncino e, dal secondo, la base ed il profilo, in una misura determinata dall’A4.
L’uncino si aggancia alla base e al profilo superiore attraverso un foro e viene bloccato da un cordino passante in cuoio naturale.
“Il cestino si chiama Girasole e l’ho sempre desiderato, ma non me lo danno”. (cit. Arch. Tobia Scarpa)
GIRASOLE. Cestino di forma quadrata in legno multistrato di frassino Ornata o mogano Tanaro, realizzati in esclusiva per il progetto Atanor certificato con incollaggio privo di formaldeide. Tutti gli elementi che compongono il cestino sono burattati e finiti superficialmente con olio di lino.